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giovedì 28 febbraio 2013

Shop Windows

Mentre sulle passerelle delle fashion week sfilano i caldi colori dell’inverno, le vetrine di questa primavera ormai alle porte (speriamo) si colorano più che mai attendendo i primi raggi del sole.

lunedì 25 febbraio 2013

Felpa si o no?

Se ancora non lo avevate capito ve lo ribadisco: quest’anno se non hai una felpa firmata nell’armadio non sei nessuno! Ebbene sì, tutti i grandi stilisti si sono piegati alla travolgente tendenza del confort street style. Dalla ormai iconica tigre di Kenzo, alla più sofisticata A-lab, fino all’aggressiva Givenchy. Non si può più scappare, ci tocca mettere da parte la nostra classic chic actitud in nome di un po’ di sport style. Che poi, diciamolo, non è che siano proprio felpe per andare in palestra. Vi sfido ad indossare un pezzo di MSGM da 200€ per sudare sul tapirulan. Si tratta piuttosto di un’alternativa al cardigan, più easy e molto comoda che alla fine non dispiace a nessuno (o quasi). Io personalmente ho dovuto un po’ rivedere il concetto stesso di sport outfit; prima ci andavo solo a fare la spesa, adesso ci posso uscire la sera. Non sono del tutto convinta, ma a dirla tutta a me tutti quei fiori colorati di Giorgetti mi piacciono da morire! Certo sull’uomo un po’ meno…

sabato 23 febbraio 2013

#mirandagoestomilano


perché a Milano puoi girare per strada e incontrare le tue blogger preferite che ti danno consigli sugli eventi open della fashion week (ovviamente è quasi tutto su invito);
perché a Milano puoi prendere un tram che risale agli anni 50 e sentire il rumore del motore che ronfa seduta su un sedile di legno;
perché a Milano fai due passi e sei in tutti i luoghi;

domenica 17 febbraio 2013

#mirandagoestomilan

ecco cosa ho imparato oggi: fare la spesa a Milano è un'impresa di non poco conto. per questo motivo al supermercato si va in squadra (tutta la famiglia, tutti i coinquilini, i fidanzati. io, tristezza, da sola). se ti dimentichi una cosa in un reparto che hai già superato ci metti mezz'ora a tornare indietro, se come me hai scelto il supermercato grande quanto Marte. Inoltre ho capito che i tovaglioli nel pacchetto piccolo non fanno figo, ma anche se costano il doppio almeno entrano nella borsa di tessuto e non li devi portare a mano fino a casa; le insalate sono tutte fresche (anche quelle impacchettate) ma fanno schifo cmq (sarà colpa del ogm) e il prezzo dei prodotti doppi si riferisce ad una unità (così ti fottono). Adesso mi ritrovo con 1000 tovaglioli inutili, due deodoranti che quasi sicuramente mi faranno allergia, mezza confezione di insalata da buttare e il mal di piedi per la strada (non quella per arrivare al supermercato, ma quella fatta dentro da un reparto all'altro). Però cazzo, non vedo l'ora di tornarci e comprare il sushi confezionato!

venerdì 15 febbraio 2013

#mirandagoestomilan

milano milano milano. inizio ad amarti. anche se le mie mani sono morbide quando la spugna dei piatti; anche se il mio naso cola in continuazione; anche se il sonno la sera non mi fa vedere tutto il festival di sanremo; anche se il concetto di pausa pranzo qui è molto approssimativo; anche se non mi oriento proprio... arriva il tramonto, e mi piace. mi piace proprio tanto.
ecco come fai a far resistere tutta sta gente in questo formicaio. il tramonto. e certo, na cosa buona ce la dovevi avere a parte il lavoro, le modelle e i vestiti.
comunque non pensare di avermi già convinta. sono difficile da conquistare. magari domani cambio idea. oggi mi gira di scrivere bene di te (si fa per dire). perché alla fin fine sti milanesi sono proprio gentili. sono friendly (come si usa dire qui). e magari domani un sorriso anche se sono le 7 del mattino te lo faccio, cara nevosa Milano.


mercoledì 13 febbraio 2013

#mirandagoestomilan

Primo paradosso: perché a Milano fa così caldo? ho il mal di testa dai 35° dell'aula. é normale? Non ci dovevano essere i pinguini?
Secondo paradosso: perché la campanella all'università suona ogni quarto d'ora e non suona quando finisce la lezione?
Terzo paradosso: perché i milanesi non fanno altro che lamentarsi dei mezzi di trasporto? non conoscono l'atm (azienda trasporti Messina).
Ho un sacco di altri quesiti che mi ronzano in testa, ma non riesco a formularli in italiano. sarà la stanchezza. sono proprio diventata milanese al primo giorno, cena alle 20 e letto alle 21. ma soprattutto un unico pensiero: quando arriva il week end che devo fare la spesa? è impossibile caricarsi i pacchi con la borsa piena di libri e una volta che torni a casa fuori è buio e la nebbia non ti fa vedere manco i tuoi piedi. mah...
Sanremo? ho visto poco e niente... ma Crozza è il migliore 

martedì 12 febbraio 2013

#mirandagoestomilan


23:30 il volo è stato cancellato causa neve. Alitalia decide deliberatamente di spostarmi nel volo delle 6:20 che ho la possibilità di raggiungere in due modi: a nuoto sfidando Grillo; o con la Caronte delle 4 accompagnata dall’amato cognato che con il sorriso sulle labbra me lo rinfaccerà per tutto l’anno.
00:30 dopo attimi di panico riesco a parlare con Cristina dell’Alitalia e spostare il volo di un giorno. Ma, rullo di tamburi, nevica ancora e sullo Stretto si abbatte la tempesta di Dio.
8:30 l’aliscafo per Reggio non parte nemmeno se mi metto in ginocchio e da Villa come cavolo si arriva all’aeroporto con 2 valigie (34Kg totali) il pc e la borsa che pesa quanto quella di Mary Poppins?
9:00 per fortuna ci sono gli angeli. Il mio oggi si chiama Pietro. All’uscita dell’aliscafo mi aspettava con due forti braccia e una Punto scura nella quale ho fatto entrare anche la signora con cui ho fatto amicizia in mare. La poverina non sapeva come arrivare a prendere il volo per Venezia e somigliava tanto alla signora dei piccioni di “Mamma ho perso l’aereo”! e, a dire il vero, anche un signore con il quale in aliscafo non ho parlato ma che avendo sentito che avevo l’autista ne ha approfittato per farsi lasciare all’università (non c’è mai fine alla sfacciataggine umana).
10:10 arrivo in tempo all’aeroporto e la signorina dell’Alitalia mi rimprovera: la caciotta di formaggio e il chilo di pane che mamma ha infilato nel bagaglio all’ultimo minuto rischiano di farmi pagare l’eccedenza. Sorrido e imploro pietà, la mamma è sempre la mamma.
10.30 il mio angelo custode non mi abbandona e aspetta di vedermi passare il controllo, a piedi nudi. I biker borchiati suonano al metal detector.
10:45 vorrei un po’ d’acqua, ma il bar del gate apre proprio quando è il mio turno per salire sull’aereo.
11:00 il mio posto lato finestrino uscita di emergenza accuratamente selezionato è occupato da un distinto signore dai capelli bianchi e la vista appannata.
11:15 decollo e inizio a leggere il mio Glamour. Poco dopo l’Hostes mi offre da bere e uno snack. Inutile dire che volevo quello salato e c’era solo quello dolce che è sempre una porcheria, altro che biscotti di nonna Maria (si chiamano così, davvero).
12:15 atterro in anticipo a Roma e riesco senza problemi a trovare il gate per il cambio del volo. Peccato che continui a cambiare ogni tre minuti. Riesco anche ad andare in bagno senza perdere il cappotto, la sciarpa, la borsa, il pc o il trolley (incredibile!). Mi siedo in un posto riparato e tranquillo (o almeno così pensavo) e una carrettata di francesi decide che sono la vicina di attesa più carina di tutto l’aeroporto. Biascicano qualcosa nella loro lingua, mi spostano borsa, trolley, cappotto e sciarpa e occupano con molta gentilezza (tipica di questo popolo m.n.f.) il mio sedile. Come se non bastasse il WiFi di Roma Fiumicino è una ciofeca (addio Ruzzle) e ancora è solo mattina!